La dialettica servo padrone

Un nobile, sostenitore del sublime matematico, tiene in casa due statue a grandezza naturale di Stanlio ed Ollio. Si tratta di due statue di puro cristallo, apribili dalla parte delle bombette, e interamente riempite di scarafaggi vivi, periodicamente sostituiti dai domestici, sostenitori del sublime dinamico. Il nobile afferma che la vista di quelle zampette frenetiche e imprevedibili, che stridono innumerevoli sulle pareti fredde e trasparenti, e lo sfrigolio di quelle antenne, che infinite si toccano e respingono di scatto come minuscoli cavi elettrici, producono nel suo animo una sorta di irresistibile solletico, una scossa comica, un brivido di immemorabile gaiezza, uno spasmo di irriflessa allegrezza, uno stato di oscena ilarità, e insomma una tale immediata euforia da scoppiare a ridere all’istante senza potersi contenere – se non all’idea che il cristallo si spezzi e il suo corpo venga effettivamente sommerso da un inconcepibile – per quanto finito – numero di scarafaggi.



    





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