GIOCATTOLI PER MALINCONICI


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PICCOLA NECROFILAIA

Ogni piccola necrofilaia unisce a tratti somatici riconosciuti intenerevoli dalla psicologia evoluzionistica (occhi grandi, nasino, testona: il cucciolo, il bambino, l’orfanella fiammiferaia di Andersen, appunto, come massima forma di tenerezza umana) la figura disumana e aspra dell’icneumone.
La vespa icneumone (Rhyssa persuasoria) deposita le sue uova nel corpo di altri insetti o piccoli animali – perlopiù larve addormentate nella corteccia degli alberi – grazie al suo lungo pungiglione.
Le uova si schiudono nel corpo della vittima ospite, divorandola dall’interno. Una volta maturi i cuccioli di icneumone saltan fuori dal corpo dell’animale, lacerandolo, come pupazzi a molla squisitamente necrofili.
Alcuni hanno considerato l’icneumone una prova del fatto che questo non è il migliore dei mondi possibili. Stupidini!
In realtà l’icneumone fa semplicemente quello che ogni macchina da cucire farebbe se potesse volare e riprodursi.
Ma c’è di più. L’icneumone ideale, la piccola necrofilaia, è una Moira anti-baco, e dunque una Moira sororicida e cannibale per procura.
Il baco – Cloto – fila il suo lettino setoso. L’icneumone – Atropo – lo trafigge nel sonno, recidendo a tradimento il filo – lo stamen – della sua vita, per farne pasto di figli inesistenti. Il fatto è che Cloto e Atropo sono la stessa persona, personalità multiple dello stesso suicida: un necrofilo morto d’amor proprio filando il suo psicobozzolo mortuario.
Il Canto delle crisalidi di Michelstaedter è sicuramente dedicato a tutte le vittime delle piccole necrofilaie – le piccole necrofilaie stesse.



(2007)
Scultura scomponibile in 39 elementi (33 parti e 6 perni)
Bronzo; occhi di vetro dipinti; base in bronzo patinato nero
28,5 cm (h) x 15 cm x 24 cm (inclusa base)
Fonderia Bonvicini (Verona)