Disamori

A ama B. E B ama A. Ogni volta che B sorride, per A è come se un piccolo pianeta (pP) improvvisamente fiorisse, e questo è sufficiente a rendere felice (f) A, a riscaldare A per tutto il giorno (tG). Nulla rende A più beato (b) dell’idea di vivere con B, di invecchiare con B, e di poter sopravvivere a se stesso (Ss) attraverso B, magari con gli occhi e il sorriso di B (OB, SB). D’altra parte A ama B tal punto che si convince di non essere in fondo degno (d) di B. Non sarà mai all’altezza (H) di un tale prodigio della natura (PN), mai riuscirà a renderla felice (f) come davvero merita. Che diritto (Dr) ha di aspirare a B? Come pretendere di essere la migliore possibilità per B (MPB)? E dunque: come non essere in effetti la peggiore possibilità per B (PPB)? Inoltre: come potrebbe A amare il mondo (M) amando B, come potrebbe amare qualcosa (Qs) che non sia B, se B esiste? E d’altra parte, come potrebbe A amare solo B senza il mondo (M), al di fuori del mondo (M)? Potrebbe mai B essere felice solo del suo amore (fAA)? Potrebbe mai B accontentarsi di qualcuno (Qn) – proprio A – che non sa fare altro che amare B, perché solo questo conta per lui? E ancor peggio: se l’amore assoluto per B (AaB), si chiede A, fosse solo un pretesto (P) per dimenticare il mondo (M)? Se l’amore per B fosse solo un’occasione (O) per rimandare all’infinito, fino alla morte (Mr), una vita (V) in sé mediocre, incompiuta, informe come quella di A? A decide allora di rinunciare a B, di allontanare da sé B, perché B sia felice (f) con qualcun altro (Qna), benché A sappia con assoluta certezza che non dimenticherà più B, e che non potrà mai più essere davvero felice (f) – anche perché non potrà mai sapere se perfino il dolore della perdita di B (DPB) non sia in effetti un futile pretesto (fP) per dimenticare il reale dolore (rD) di una vita insulsa (Vi) come la propria. A, in altri termini, sa benissimo che continuerà ad aspettare B fino alla morte (Mr), e che sempre, allo stesso tempo, si chiederà se questa attesa (At) non sia la sua garanzia (G), dolorosamente quanto ingegnosamente costruita, di una duratura distrazione (dD) dal mondo (M) e da infelicità peggiori (Ip) – quelle generate dalla sua mediocrità (Md). Dopo qualche tempo (QT) B scrive ad A di essere incinta (In) di C, conosciuto un mese (Ms) prima, e di essere molto felice (f) e serena (s). Ed A si accorge d’un colpo di quanto B fosse in effetti mediocre e comune (md,c). Un’idiota (Id) come tante. Assolutamente alla sua portata (Prt). Anzi: in fondo proprio la donna giusta (Dg), la donna ideale (Di) appunto per un mediocre (Mdr) come A. Così A, questa volta davvero disperato (ds), si uccide per amore (Am) – pur non provando più nulla (pN) per B, se non il senso (S) di una vaga delusione sportiva (vDs).



    





English
Italiano

info@mondogabriels.com